ANDREA MARSILETTI “LA MIA COREA DEL NORD”

Il 09 Aprile 2019 in occasione del ricevimento presso l’Ambasciata della Repubblica Popolare Democratica di Corea a Roma, abbiamo avuto il piacere di conoscere Andrea Marsiletti, autore di una esperienza umana e politica straordinaria. In attesa di una chiacchierata più approfondita con Andrea, pubblichiamo una sua intervista uscita poco più di un anno fa in occasione della pubblicazione di un suo libro.

“La mia Corea del Nord”: il parmigiano che spedisce libri a Kim Jong Un

Ingegnere quarantenne, parmigiano, giornalista a tempo pieno e novello scrittore, Andrea Marsiletti coltiva una passione speciale per la Corea del Nord. Una relazione alla luce del sole, suggellata dal libro uscito da una settimana, Se Mira, se Kim, e da un recente viaggio, ospite ufficiale del regime di Kim Jong Un: un fatto raro che pochi altri occidentali possono affermare di aver vissuto.

Visione notturna di Piazza Kim Il Sung durante prove coreografiche - Pyongyang - corea del Nord - Settembre 2017 - Lorenzo Sturiale
Pyongyang – Piazza Kim Il Sung durante prove coreografiche – Settembre 2017

Come è nata l’attrazione per la Corea del Nord? 

“Da circa sei anni provo un forte interesse culturale per tutto ciò che è marxismo-leninismo e stalinismo. Mi incuriosisce comprendere come principi filosofici e ideologici così assoluti possano tradursi in modelli relazionali e comportamenti concreti imposti, all’inizio, con la violenza dell’atto rivoluzionario ma via via sempre più quotidiani e ordinari. Il passo successivo è stato passare dai libri all’esperienza diretta in Corea del Nord. Nel 2016 ho avuto la possibilità di partecipare da relatore a un seminario internazionale a Pyongyang sull’ideologia nordcoreana dello Juche e sull’antimperialismo, ospite del Governo di Kim Jong Un. Sono intervenuto nel palazzo della Cultura del Popolo davanti a primari esponenti del Partito dei Lavoratori di Corea, tra cui Kim Ki Nam, il vice del Grande Maresciallo. E’ stata un’esperienza unica”.

Il libro Se Mira, se Kim (disponibile su Amazon) riflette sull’ipotesi di un’Italia comunista con la Corea attore mondiale. 

“Nel libro il corso della storia italiana cambia nel 1948 quando in un attentato viene ucciso il segretario nazionale del Partito Comunista Italiano Palmiro Togliatti. La reazione dei compagni è violenta. Scoppia la rivoluzione proletaria. L’Italia diventata una Repubblica popolare. Il romanzo è ambientato nel 2021, con la protagonista, Mira, che vive a Parma in un’Italia alleata della Corea del Nord. Immagino e descrivo l’Italia stalinista sulla base delle conoscenze che ho acquisito sui testi ma soprattutto sul campo a Pyongyang. A un certo punto salta fuori un’ex fiamma di Mira, plagiata da un ‘rottamatore trotskista’ che farà una brutta fine. Nel libro presento lo Juche e, più in generale, riprendo e attualizzo i principi e la storia del marxismo-leninismo, ormai sconosciuti ai più, in particolare alle giovani generazioni. Il romanzo descrive un contesto possibile a livello internazionale, improbabile a livello italiano”.

Oggi i partiti che si rifanno al comunismo rappresentano una parte minima dell’elettorato occidentale. Cosa significa essere definiti comunisti ortodossi oggi? 

“Sarebbe interessante ricostruire come la bandiera della sinistra sia diventata il terzomondismo, uno pseudo-marxismo che ha sostituito gli operai coi migranti, le sentinelle sopra il filo spinato del Muro di Berlino con gli scafisti, il nazionalismo con l’antipatriottismo, il militarismo con il pacifismo, la rivoluzione col piagnisteo, Lenin con il Papa. Piaccia o non piaccia, storicamente la pratica del comunismo è stata tutt’altra cosa, fin l’opposto, rispetto a quanto stanno propugnando in Italia e in Europa. Pertanto questi partiti di sinistra non c’entrano nulla con le esperienze di socialismo reale in Urss, Cina, Cuba, Germania Est, Cambogia, Vietnam, Corea popolare, non perchè siano troppo moderati o revisionisti, semplicemente perché sono altra cosa”.

I rapporti con la Corea del Nord, considerate le forti tensioni internazionali in atto, rischiano di essere fonte di pericolo?

“‘Male non fare, paura non avere’. Ho scritto un romanzo su un’ideologia e sulla Corea del Nord che è un Paese in pace con l’Italia e che nulla ha a che fare col terrorismo. I servizi segreti di Pyongyang che non avrebbero motivo per dedicarsi a me…Ho chiesto all’ambasciata nordcoreana a Roma di trasmettere il mio libro a Kim Jong Un per metterlo a conoscenza della pubblicazione e soprattutto chiedergli la prefazione per la seconda edizione. Avere la prefazione del Grande Maresciallo sarebbe un grande colpo!”

Gli esperimenti missicilistici coreani rischiano di scatenare un conflitto globale.  

“Kim Jong Un oggi non è una minaccia concreta per la pace internazionale. Negli ultimi 70 anni neppure un soldato nordcoreano ha messo piede fuori dalla penisola. Lo continuano a ripetere: la loro corsa al nucleare ha solo una funzione deterrente, partendo dalla constatazione che nessun Paese nucleare è mai stato attaccato. Riconosco a qualsiasi Stato sovrano il diritto di essere in grado di difendersi in caso di aggressione. Non mi troverei in nessun modo favorevole a una Corea del Nord che faccia la prima mossa e scateni un conflitto. Alla luce di tutto ciò non aiutano la pace, anzi, rischiano di provocare reazioni pericolose, le durissime sanzioni applicate contro la Corea popolare, tanto nelle importazioni quanto nelle esportazioni, per soffocare la sua economia e mettere al muro un Paese. L’ultima disposizione taglia del 90% la quantità di petrolio consentita in ingresso. A volte mi chiedo come riescano a resistere. L’Italia andrebbe gambe all’aria in due settimane dopo il solo annuncio di possibili sanzioni”.

Articolo di Mauro del Grosso – pubblicato il 30/12/2017 su Repubblica.it – articolo originale: https://parma.repubblica.it/cronaca/2017/12/30/news/_la_mia_corea_del_nord_il_parmigiano_che_spedisce_libri_a_kim_jong_-_un-185482310/