Visitare la Corea del Nord – informazioni utili e luoghi comuni da sfatare

“UN’ESPERIENZA CHE NON HA EGUALI AL MONDO”

Pubblichiamo, ringraziando l’autore che ha voluto condividerle con noi, un estratto delle riflessioni di Giulio Chinappi dopo un viaggio in Corea del Nord. Le stesse riflessioni le trovate in forma di diversi articoli all’interno del Blog dell’autore: https://giuliochinappi.wordpress.com/. Giulio Chinappi fa ricerca sociale sul campo in Vietnam, paese dove vive da molti anni. Ha pubblicato due libri sulle religioni e sul sistema educativo vietnamiti. Si è laureato presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università “La Sapienza” di Roma, indirizzo di Scienze dello Sviluppo e della Cooperazione Internazionale, e successivamente in Scienze della Popolazione e dello Sviluppo presso l’Université Libre de Bruxelles. Ha poi conseguito il diploma di insegnante TEFL presso la University of Toronto. Ha svolto numerose attività con diverse ONG in Europa e nel Mondo, occupandosi soprattutto di minori.


Viaggiare in Corea del Nord: informazioni utili

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Quando si parla della Repubblica Popolare Democratica di Corea – nota ai più come Corea del Nord – sono ancora oggi fin troppi i luoghi comuni che si sentono ripetere all’infinito. Possiamo dire senza tema di smentita, infatti, che si tratta dello Stato più sconosciuto, incompreso e vilipeso del mondo. Proprio per questo, organizzare un viaggio in Corea del Nord – anche solamente come turisti – è davvero un’ottima idea per comprendere meglio di cosa si sta parlando, lasciandosi alle spalle ogni pregiudizio ed osservando con i propri occhi un Paese che, con le sue peculiarità, è certamente diverso rispetto a qualsiasi altro luogo del pianeta.

Nel corso della visita nel Paese, il viaggiatore straniero sarà sempre accompagnato da una guida nordcoreana, ma questo non deve essere visto come un segno di limitazione della libertà: la guida locale è presente soprattutto per spiegare e per evitare incomprensioni con le persone locali, vista la grande barriera culturale e linguistica che può persistere. Nonostante il turismo sia in crescita, la maggioranza dei nordcoreani non sono infatti abituati a rapportarsi con gli stranieri, dunque la presenza delle guide – che generalmente parlano le lingue straniere in maniera molto fluente – serve ad evitare spiacevoli incomprensioni. Non ci sono vere e proprie limitazioni di movimento, tranne quella di seguire il proprio itinerario o il proprio gruppo (nel caso di una visita di gruppo), ma le guide sono generalmente disponibili a fare strada ai visitatori in caso di richieste particolari.

Come anticipato, le guide nordcoreane sono generalmente molto preparate e professionali, conoscono perfettamente la storia del proprio Paese e parlano correttamente una o più lingue straniere. Naturalmente, i pareri da loro espressi rifletteranno la visione ufficiale del governo di Pyongyang, ma non proveranno in nessun modo a convincervi o a cambiare le vostre opinioni. Si possono porre domande o avere conversazioni con le guide, chiaramente sempre nel rispetto reciproco: i nordcoreani non chiedono agli stranieri di abbracciare le convinzioni locali, ma solamente di rispettare le differenze, la cultura ed i convincimenti del luogo.

Uno dei miti più ricorrenti riguardanti la Corea del Nord è il rischio di essere incarcerati e condannati alle pene più severe per infrazioni di poco conto. Innanzi tutto, va detto che la Corea del Nord è uno dei luoghi più sicuri al mondo, con una criminalità quasi inesistente. Per il turista straniero, l’unica cosa da tenere a mente è il rispetto delle regole che le guide ripeteranno più volte quando se ne presenterà l’occasione. Si tratta, come in ogni altro Paese del mondo, semplicemente di non infrangere le leggi locali, che in alcuni casi possono essere molto diverse da quelle dei Paesi occidentali. In realtà, le autorità nordcoreane non hanno nessun interesse a creare una crisi diplomatica con un altro Paese per via di una infrazione minore di qualche regola: in questo caso, infatti, saranno le guide locali ad essere considerate responsabili per non avervi informato o tenuto d’occhio in maniera adeguata. Il discorso naturalmente non vale in caso di gravi crimini penali, per i quali eventualmente si risponderà in prima persona.

Prima di intraprendere un viaggio in Corea del Nord, gli stranieri sono dunque invitati ad informarsi adeguatamente sul Paese attraverso fonti attendibili e testimonianze dirette, lasciandosi però alle spalle gli inutili allarmismi che si possono trovare sui mass media. La regola più importante è il rispetto nei confronti dei tre leader del Paese, il Presidente Kim Il-Sung, il Generale Kim Jong-Il ed il Maresciallo Kim Jong-Un, e nei confronti di ogni immagine che li raffiguri. Tuttavia, non si tratta poi di un grande sforzo: così come quando visitiamo un luogo di culto di una religione che non ci appartiene dobbiamo rispettare le divinità e le regole del luogo, allo stesso modo entrare in Corea del Nord significa accettare di mostrare rispetto nei confronti dei leader e di tutto il corollario di regole che ne consegue. Chi ha intenzione di infrangere tali regole è meglio che ne resti fuori, così come sarebbe invitato a restare fuori chi volesse entrare con le scarpe in una moschea; tutti gli altri, invece, saranno benvenuti ed accolti in maniera molto cordiale, per vivere un’esperienza che non ha eguali nel mondo.

Viaggiare in Corea del Nord:

alcuni luoghi comuni da sfatare

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Sono davvero tanti i miti ed i luoghi comuni che circondano la Corea del Nord, riguardanti da una parte gli stranieri che vi si recano e dall’altra i nordcoreani stessi. Per chi fosse intenzionato a viaggiare nel Paese, sarà fondamentale liberarsene il prima possibile, anche perché la maggioranza di questi non riflettono assolutamente la verità, o magari ne forniscono versioni caricaturali o esagerate.

Uno dei primi miti dei quali si può verificare la falsità è quello della presunta impossibilità, per gli stranieri, di interloquire con i cittadini locali. La cosa è totalmente falsa, infatti, sia in treno che in aereo (i due modi possibili per entrare in Corea del Nord dalla Cina) vi troverete già in contatto diretto con tanti nordcoreani, che non si tireranno indietro di fronte ad un possibile colloquio, ammesso che conoscano l’inglese o la vostra lingua madre. Lo stesso accade poi all’interno del Paese, dove lo straniero, oltre che con le guide turistiche e lo staff dell’aeroporto, avrà modo di interagire con negozianti o anche comuni cittadini a seconda delle occasioni. Vi potrà capitare di partecipare ad iniziative pubbliche o ad eventi sportivi, di andare al supermercato, di prendere i mezzi pubblici o addirittura di entrare in una casa nordcoreana. Naturalmente, si potranno presentare delle difficoltà a causa delle barriere linguistica e culturale, ma avrete sempre la vostra guida ad aiutarvi in caso di necessità. Il modo migliore per mescolarsi con i nordcoreani è quello di partecipare ad eventi particolari come i festeggiamenti del Primo Maggio, i famosi Giochi di Massa – lo spettacolo più partecipato al mondo secondo il Guinness dei Primati – o la maratona di Pyongyang. In generale, comunque, i nordcoreani sono molto cordiali con gli stranieri e felici di sapere che vi sono persone interessate a visitare il loro Paese, del quale sono molto orgogliosi. Allo stesso tempo, sono persone molto riservate e rispettose, quindi cercano sempre di mantenere una certa compostezza nelle relazioni, sia con gli stranieri che con i propri connazionali.

Vi sono poi numerose false credenze riguardanti quello che si potrebbe portare o meno in Corea del Nord: i controlli, va detto, ci sono e possono sembrare più severi rispetto a quelli della maggioranza degli altri aeroporti internazionali, ma in realtà non sono così terribili come potrebbe sembrare. Molti oggetti possono essere tranquillamente introdotti nel Paese dopo una breve verifica da parte dello staff dell’aeroporto. E, anche nel caso in cui dovesse esservi confiscato qualcosa, non c’è nulla da temere: non incorrerete in nessuna sanzione, e l’oggetto in questione vi verrà restituito prima della vostra partenza da Pyongyang.

Andando più nel dettaglio, è importante sottolineare che possono essere portati in Corea del Nord quasi tutti gli apparecchi elettronici, anche se questi non funzioneranno. Possono essere introdotti telefoni cellulari, computer, tablet, lettori mp3, lettori ebook, registratori vocali, videocamere, macchine fotografiche, etc… ma naturalmente non sarà possibile connettersi a internet o utilizzare il proprio telefono (salvo acquistare una sim card locale), visto che in Corea del Nord vengono utilizzate reti e frequenze diverse rispetto al resto del mondo.

Altre precisazioni importanti riguardano la possibilità di scattare foto o girare video: al contrario di quello che si crede, è assolutamente possibile produrre foto e video, ed in una settimana di permanenza si può arrivare a scattare diverse centinaia di foto. L’importante è non scattare foto di militari o di siti in costruzione, visto che in Corea del Nord i soldati lavorano anche nell’edilizia. Per il resto, saranno le guide a dirvi quando astenervi dal fotografare qualcosa, in particolare in occasione dei posti di blocco o di alcuni musei nei quali sono vietate le foto. Infine, va ricordato che i nordcoreani non sono abituati all’abuso di foto e selfie che invece vediamo tutti i giorni nei Paesi occidentali: per un nordcoreano, l’essere fotografato è un evento importante, per questo è necessario chiedere il permesso prima di scattare una foto in primo piano ad una persona locale. Si possono naturalmente scattare foto di passanti, ma se volete fotografare una persona in particolare è bene non farlo a sorpresa, in quanto questa ci terrà ad essere avvisata ed a mostrarsi in una posa elegante e dignitosa. Per quanto riguarda le fotografie dei leader, infine, è importante fotografare sempre l’intero corpo delle statue, senza tagliarne nessuna parte, non fotografare le statue da dietro e prende sempre all’interno della foto entrambi i leader quando Kim Il-Sung e Kim Jong-Il sono rappresentati insieme.

Vanno sfatati, poi, i miti riguardanti gli abiti: i nordcoreani ci tengono particolarmente ad apparire sempre in ordine e vestiti in maniera sobriamente presentabile, ma è possibile indossare praticamente qualsiasi capo: jeans, magliette, pantaloncini, etc… Solamente in alcuni luoghi di particolare importanza per la cultura nordcoreana, come le statue dei leader o il mausoleo degli stessi, vi sarà richiesto in anticipo di vestire in maniera più formale del solito, come forma di rispetto nei loro confronti. L’unica limitazione riguarda gli abiti raffiguranti alcune bandiere di Paesi ritenuti ostili (Stati Uniti, Corea del Sud e Giappone) o di magliette che rechino slogan politici o scritte oscene.

Infine, alcune voci di corridioio affermano che in Corea del Nord sarebbe vietato introdurre e consumare alcool: nulla di più falso, infatti è possibile introdurre qualsiasi forma di alcool, che è anzi molto apprezzato dalle persone locali. La bevanda alcolica più consumata nel Paese è la birra, che viene prodotta localmente in diverse qualità e che sicuramente merita di essere provata dai visitatori. Come in qualsiasi parte del mondo, il bere insieme è un ottimo modo per rompere il ghiaccio e conoscersi meglio, ed il sedersi attorno ad un tavolo con un po’ di birra può permettervi di creare ottimi rapporti con le vostre guide o magari di conoscere altre persone del posto.

Viaggiare in Corea del Nord:

capire un Paese ed un popolo

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Affrontare un viaggio in Corea del Nord presuppone una grande apertura mentale nei confronti tutto ciò che si avrà di fronte ai propri occhi. Per avere una visione il più possibile oggettiva di questo Paese, è necessario innanzi tutto cancellare dalla mente tutti i pregiudizi che possono essere stati accumulati in anni di sottoposizione alla feroce propaganda mediatica operata dai mezzi di comunicazione di massa occidentali, e rinunciare a guardare il Paese ed il suo popolo attraverso il filtro della propria cultura di appartenenza. Questa operazione, in realtà, andrebbe fatta nei confronti di qualsiasi Paese del mondo, ma diventa ancora più importante nel caso della Corea del Nord. Solamente in questo modo, sarà possibile comprendere a fondo le ragioni dei nordcoreani, trasformando quelle che possono essere generalmente presentate come assurdità in fatti piuttosto logici alla luce del contesto storico, politico e culturale nordcoreano.

Questo non significa che non esista la propaganda politica, ma non siamo certo noi nella posizione di poterla condannare, vista la costante propaganda a favore del mondo capitalistico occidentale che ci viene propinata continuamente attraverso il bombardamento dei mass media. Detto questo, è fondamentale comprendere che il Presidente Kim Il-Sung è colui che ha guidato la lotta del popolo coreano contro la colonizzazione giapponese fino alla fine della seconda guerra mondiale, nonché il fondatore della Repubblica Popolare Democratica di Corea e colui il quale ha difeso il Paese nel corso della guerra contro gli Stati Uniti ed il governo filostatunitense della Corea del Sud. In pratica, i nordcoreani, che conoscono alla perfezione la storia del proprio Paese, sanno che, senza il Presidente Kim-Il Sung ed i suoi successori, e senza il ruolo fondamentale svolto dal Partito del Lavoro di Corea (조선로동당, Chosŏn Rodongdang) la Corea del Nord oggi neppure esisterebbe sulla cartina geografica mondiale.

Il grande sentimento di appartenenza ed orgoglio nazionale, tuttavia, non deve far pensare che i nordcoreani siano di per sé chiusi nei confronti delle culture straniere. Le persone locali, al contrario, sono ben felici di accogliere i visitatori interessati a conoscere la loro terra, ed allo stesso tempo amano conoscere le lingue e le culture degli altri Paesi, sempre nel mutuo rispetto. L’importante è non presentarsi con una visione “occidentalocentrica”, ovvero con la volontà di contaminare la cultura locale con quella globalizzata, o peggio ancora con la presunzione di “aprire la mente” ai nordcoreani, atteggiamento che in realtà non fa altro che dimostrare la propria chiusura mentale nei confronti delle differenze. [foto e testo di Giulio Chinappi]

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